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23
Mag
2024

Report Monte Beigua

Sono le 6 e 20 del mattino, e i gitanti cominciano ad arrivare al punto di ritrovo sotto una leggera pioggerella che non promette bene. Compattate le auto si parte per raggiungere Rossiglione, la località di partenza del trekking situata ai piedi della catena di monti spartiacque tra Piemonte e Liguria. Sorprendentemente il tempo migliora nettamente, e all’arrivo a Rossiglione, oltre ad accoglierci uno splendido sole, troviamo anche il “Presidentissimo Generale” che si è unito all’ultimo momento.

Attraversato il paese prendiamo uno stretto sentiero in un fitto bosco che, scavalcando l’autostrada, si alza con veloci tornanti sino a raggiungere una abitazione/fattoria circondata da un’ampia radura. Il percorso curiosamente passa direttamente nel cortile della casa, ma, a quanto pare, il fatto non disturba gli abitanti che ci chiedono soltanto di chiudere i cancelli alle estremità, per evitare la fuga dei loro cani!

Qui il sentiero diventa prima una gippabile facile con un dislivello moderato, poi torna stretto e con una ripida discesa ci conduce ad attraversare il fiume per comodo lastricato. Arriviamo quindi al cancello di ingresso del sentiero natura, posto in corrispondenza del campo sportivo. Il sentiero corre costeggiando il fiume lungo il “canyon” della Val Gargassa, stretto tra pareti di rocce brunastre sedimentarie (le Serpentiniti) con le caratteristiche incisioni fluviali originate nell’Oligocene.

Giunti ad un primo guado, osserviamo una roccia dall’aspetto particolare dal toponimo “Muso del Gatto”.  Si risale facilmente per giungere ad un’ampia radura con i resti del borgo “Case Vereira”. Da qui con una leggera deviazione andiamo a visitare una caratteristica sorgente sulfurea poi, ritornando sui nostri passi troviamo il luogo adatto per fare la sosta pranzo, sulle rive del fiume.

L’instancabile Gianni, elevato al rango di fotografo ufficiale del gruppo, non lesina sugli scatti, e alla fine della gita ci fornirà un reportage ricchissimo di immagini e video-tracce del percorso.

Adeguatamente rifocillati riprendiamo il cammino che, invece di seguire ancora il corso del canyon, comincia ad elevarsi gradualmente per arrivare a contornare le cime sovrastanti. Da qui il panorama è assai caratteristico: la sotto il fiume, incassato nello stretto canale, circondato da queste formazioni di roccia stratificata che si elevano per molti metri. Si intravede sul lato opposto della valle anche una spettacolare fenditura nella roccia, una sorta di galleria naturale dal toponimo “Balcone della Signora”, attraverso la quale si intravede il cielo azzurro che fortunatamente ci ha accompagnato fino a qui.

Il sentiero torna quindi a scendere fino ad incrociare il tratto di andata che ci riporta nuovamente all’ingresso del parco. Da qui, procedendo a ritroso rispetto al mattino, torniamo ad attraversare il fiume e quella che prima era una ripida discesa diventa ora una ripida salita!! In poco tempo arriviamo alla casa/fattoria e quindi al paese, dove ci dissetiamo con fresca birra.

Tornati al parcheggio ripartiamo alla volta del rifugio di Pratorotondo, che si raggiunge comodamente in auto con un viaggio di c.ca 45 minuti. Il rifugio è situato a quota 1098 mt in un punto panoramico della dorsale appenninica, appena sotto la cima del monte Beigua, che dà il nome al Parco Naturale Regionale.

Al rifugio, dopo l’accoglienza e la doccia, scatta immediatamente il secondo giro di birre e aperitivi, per suggellare la piacevole giornata.

Il mattino seguente, dopo la colazione (abbastanza “povera”, ma qui siamo in liguria!!!), tutti pronti a partire per la seconda tappa che ci porterà al Passo del Faiallo, da dove con un tratto ad anello torneremo sulla via di andata per ritornare al rifugio. Anche la domenica il tempo è molto bello, e quindi partiamo con maggiore entusiasmo.

La prima parte del percorso è estremamente soft, addirittura in leggera discesa, su una larga gippabile con vista mare sulla nostra destra. Infatti, il percorso segue la dorsale che dipana da un lato sul litorale tra Genova e Varazze e dall’altro sulle cime che contornano il parco. Purtroppo, fanno capolino alcune nuvole che da un lato ci impediscono la visuale più lontana sulle alpi, e dall’altro fanno immediatamente cambiare la temperatura, costringendo i meno temerari a continui cambi di abbigliamento.

Saliamo più decisamente dentro una bellissima faggeta e dopo alcuni saliscendi più dolci, giungiamo alla località Cima del Pozzo, dove facciamo una breve sosta. Si riparte sempre per sentieri larghi e molto comodi per giungere al rifugio Argentea, che offre una splendida vista sul mare (si intravede nitidamente l’aeroporto di Genova), dove ci concediamo un buon caffè fatto rigorosamente con la Moka dalla gentile rifugista.

I panorami che ci accompagnano durante la gita sono molto particolari, perché il versante orientato sul mare è ripido e roccioso, mentre la dorsale interna, spartiacque principale del sistema alpino-appenninico, è costituita da cime e pianori aspri (dovuti al particolare tipo di roccia, la serpentinite, originata dal fondo di un antico oceano) ma tuttavia con diverse specie vegetali, di cui alcune piuttosto rare ed esclusive della zona.

Ripartiamo per leggera discesa e, infine, dopo un’ultima più impegnativa salita raggiungiamo la cima del Faiallo. Foto di rito e poi con una ripida discesa in un fitto bosco, giungiamo al Passo del Faiallo dove è situato il ristorante/rifugio “Nuvola sul mare” il quale è provvisto di una accogliente area picnic provvista di tavoli e panchine, dove consumiamo il pranzo al sacco e, manco a dirlo, la doverosa birretta.

Ripartiamo per un comodo sentiero che con un ampio giro ad anello ci fa ritornare appena al di sotto del rifugio Argentea, che non raggiungiamo perché il sentiero ne contorna le pendici, per poi ritornare sul sentiero di andata, ripercorrendo il quale arriviamo nuovamente alla località di partenza, dove una volta consumata la meritata (ed ennesima) birretta, ci salutiamo e facciamo ritorno a Verbania.

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